Visitator number

lunedì 3 marzo 2014

Gagliato

di Sharo Gambino
 
Il paese! Questo male oscuro (ma non troppo), che ti si radica dentro quando sei ragazzo indifeso e quando in gioventù ti spinge, ti esorta, costringe ad allontanartene come da cosa odiosa, di poi, con gli anni, assume toni ed aspetti poetici, si fa nostalgia, dolore, angoscia a volte e tu non aspiri ad altro che a tornarci per restarci dentro in un abbraccio di terra nera odorosa!
Il paese si ama e si odia, ma l'odio raramente è definitivo, aspetta l'occasione per stemperarsi, addolcirsi fino a trasformarsi del tutto e assumere la tinta e la sostanza del suo contrario, com'è di quegli innamorati che finito il bisticcio, chiarito un equivoco che aveva provocato la frattura, tornano ad amare con raddoppiata intensità.
Chi ha dimestichezza con la penna, allora dà testimonianza al paese del sentimento che gli alberga dentro con qualcosa che, quanto meno nelle intenzioni e nella speranza, travalichi il contingente, resti duraturo nel tempo a venire: un libro, che leghi indissolubilmente il nome dell'autore al nome del paese. È una voglia irresistibile di lasciar detto alle generazioni future: anch'io ho vissuto dove ora voi vivete, sono passato tra i vicoli, sostato nelle piazze, ho parlato il vostro dialetto, seguito le vostre usanze, le vostre tradizioni, sono stato uno di voi, sebbene tanti e tanti anni addietro. È voglia, seppur non espressa, seppur ignorata, di non morire del tutto nei riguardi e nei confronti del paese, voglia di assicurarsi almeno un angolino d'immortalità. È voglia, anche, di insegnare qualcosa, tracciar strade per future ricerche, dare indicazioni, svegliare interessi..
Chi sta attento alle novità editoriali, deve annotare come negli ultimi decenni assai più che nel passato i saggi monografici che hanno per soggetto un paese, la sua storia, le sue tradizioni, le sue curiosità, la sua economia, insomma tutta la sua cultura passata e presente, si siano centuplicati e questo non solo e non sempre per merito di gente specializzata, di studiosi per professione e quindi in possesso dei mezzi scientifici necessari, ma per iniziativa di appassionati. È grazie a questi che la storia di un paese riesce a salvarsi e ad essere restituita alla collettività che l'ha espressa vivendola, soffrendola talvolta.
Se ciò avviene non deve essere perché c'è gente disposta o spinta a farlo per guadagnarsi quanto meno la gratitudine del paese o una scheggia di gloria paesana, ma perché è la gente che usufruisce, è la collettività che lo richiede forse per ritrovare un'identità che la modernità, il livellamento della cultura, l'appiattimento dovuto al benessere e alla diffusione dei mass-media, gli sta facendo perdere. Ognuno rivuole l'immagine propria sua, singolare ed unica. Anche per questo si vanno resuscitando tradizioni festaiole e culinarie, le varie «sagre» paesane, che non servono solo per richiamare il turista forestiero, ma anche per riallacciare il presente al passato.
È la volta di Gagliato, il bel paese sul versante Ionico delle Serre Calabre, affacciato su una campagna ampia e ridente al limite col mare greco, lo Jonio mitico; e che già ha avuto una poetica esaltazione nel poemetto dialettale  'I zzippuli  di Domenico Vitale, nato a Soverato, ma gagliatese per un'adozione di cui andò sempre, fino alla fine dei suoi ottantasette anni, orgoglioso e fiero come si va fieri dell'amore della vera mamma.
Sharo Gambino

Nessun commento:

Posta un commento